Alcune scoperte hanno una rilevanza piuttosto relativa... Recentemente, è stato possibile determinare che, tra i reali colori del piumaggio di Archaeopteryx, era presente il nero. Ciò aggiunge poco alla nostra conoscenza di quel primitivo uccello, divenuto uno dei più celebri simboli dell'evoluzione. Malgrado tutto, il nuovo tassello conserva una grande potenza evocativa. Improvvisamente, un mondo distante 150 milioni di anni, pressochè insondabile, ci appare più familiare, più reale. La distanza cronologica che ci separa da quell'epoca è pari a 25mila volte la durata dell'intera storia della Civiltà e, per un istante, quell'enorme cifra sembra annullarsi, grazie all'immagine mentale di una singola penna nera, dedotta da un pezzo di roccia. Tra le particolarità di simili scoperte vi è l'immediatezza delle suggestioni, qualità tanto ricercata dalla migliore paleoarte. Anche i suoni, come i colori, possono renderci partecipi di quello stesso intenso coinvolgimento emotivo... Basti pensare alla musica e al canto. Ma la pietre (fossili inclusi) sono mute e sorde. O forse... No, sono davvero mute. Tuttavia, nel caso dei fossili, anche il silenzio può essere eloquente.
Immagini ottenute con microscopia SEM; dettagli degli apparati stridulatori di forme viventi (Tettigoniidae: A- Panacanthus pallicornis B- Daedalellus nigrofastigium C- Cyphoderris buckelli) ed estinte (Haglidae: D- Archaboilus musicus) - Gua et al (2012) |