G. Algernon Mantell dedicò la sua intera esistenza allo studio di
Iguanodon e dei mondi antidiluviani, seppur nelle vesti di naturalista autodidatta, figlio di calzolaio, medico di campagna per professione. Dovendone liquidare la biografia in poche righe, vi rimando alla lettura dell'appassionante saggio di Deborah Cadbury,
"Cacciatori di dinosauri", dedicato alla vita dei pioneri della paleontologia.
"Dobbiamo leggere le testimonianze della creazione in una lingua strana e forse ripugnante, ma una volta acquisita questa lingua, essa diventa uno strumento di pensiero potente. Nel ciottolo che calpestiamo, nella massa informe di roccia o argilla l'occhio non istruito cercherebbe invano novità e bellezza; come l'avventuriero di una storia da Le mille e una notte troverebbe la caverna chiusa e inaccessibile (...) finchè non ottiene il talismano in grado di dissolvere l'incantesimo e svelare i segreti che per così tanto tempo sono rimasti nascosti." (conferenza pubblica di G. Mantell, 1833)
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Edward Forbes (anni '30 del 1800), "Gideon Mantell engaged in battle with fantastic flying dinosaurs on the English coastline" |
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Litografia eseguita dalla compagna di Mantell, Mary Ann, sulla base dei disegni del marito. A partire dal 1818, Mary, appena ventunenne, aiutò Mantell nella realizzazione del suo primo volume, "The Fossils of the South Downs", contenente più di 364 litografie. (Turner et al, 2010)
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La foresta di Tilgate
Nel 1833, Mantell commissionò a George Scharf (1788-1860) una ricostruzione "in vivo" del mondo di
Iguanodon. Non fu la prima raffigurazione con soggetto paleoambientale (fu anticipato da
Henry De la Beche), e nemmeno la prima ricostruzione di un dinosauro mesozoico (scorrendo la pagina, troverete una ricostruzione di megalosauro,
eseguita da C. Hohe sotto commissione di A. Goldfuss). Cionostante, ci consegna una vivida immagine dei colorati mondi che popolavano la mente di Mantell, in quei primi anni di ricerca e scarni bottini.
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G. Scharf (1833), "Reptiles restored, the remains of which are to be found in a fossil state in Tilgate Forest, Sussex" |
"Immaginate un estuario, formato da un possente fiume che scorre, in un clima tropicale, su rocce di arenaria (...) in un paesaggio coperto da palme e felci arborescenti (...) e abitato da tartarughe, coccodrilli e altri rettili anfibi (...). Il gigantesco
Megalosaurus o l'ancora più gigantesco
Iguanodon, per i quali i boschetti di palme e felci arborescenti non erano che semplici letti di paglia, devono essere stati di dimensioni così prodigiose per il creato animale da non presentarci elementi di paragone adeguati." da
Mantell, G. (1827) "Illustrations of the geology of Sussex"
La pittura di Scharf rimase dimenticata fino al 1999, con la pubblicazione di "Gideon Mantell and the discovery of dinosaurs", di Daniel Dean. Anche la celebre ricostruzione scheletrica dell'iguanodonte unicorno fu resa pubblica solo in un secondo momento. Venne data alle stampe, per la prima volta, nel 1968 (all'interno di
"Men and Dinosaurs", di E. Colbert). Mantell la eseguì sulla base dell'esemplare di Maidstone.
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Gideon Mantell, Iguana cornuta e Iguanodon (1833), un primo tentativo nella ricostruzione dei dinosauri, basato sul frammentario esemplare di Maidstone. Nel corso di tre decenni, la visione di Mantell mutò, in parallelo al progredire delle ricerche. |
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Esemplare di Maidstone (foto), illustrazione di Gideon Mantell (1839) da Norman, 1995 |
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Henry De la Beche (anni '30 del 1800), "Dr M. in extassies at the approach of his pet Saurian" |
Il frontespizio di
"Sketches in Prose and Verse" (1838), di George Fleming Richardson, fu arricchito con un'illustrazione di George Nibbs, ritraente un'iguanodonte dalle fauci semiaperte, quasi a formare un sorriso. Come nel dipinto di Scharf, la bestia srotola la coda verso il cielo. Anche il titolo, "The Ancient Weald of Sussex" lascia intuire un collegamento tra le due opere.
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George Nibbs (1838), "The Ancient Weald of Sussex" |
Quelle visioni si scontravano con il senso comune: come poteva essere esistita un'Età dei Rettili? Un celebre naturalista dell'epoca, il Reverendo William Kirby, sbeffeggiò gli studi di Mantell: "Chi può pensare che un Essere di infinita potenza, sapienza e bontà creerebbe un mondo semplicemente per farlo abitare da una razza di mostri, senza un unico essere razionale per glorificarlo e servirlo!? La congettura che questi animali fossero un creato separato, indipendente dall'uomo e collocato nell'eminente posizione dell'uomo, molto prima della sua nascita, disarticola l'intero sistema raccontato con tanta maestosa sintesi nel primo capitolo della Genesi".
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Vignetta di Thomas Hood, "A Saw-rian" (il titolo gioca sull'assonanza tra Saurian, "sauro", e saw, "sega"). |
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I grandi tetrapodi fossili noti intorno alla metà degli anni '30 (dell'800). Come conciliarli con la Creazione biblica? Buckland Papers / Oxford University Museum of Natural History |
D'altronde, anche le raffigurazioni "paleoartistiche" contemporanee avevano qualcosa di mistico e sacro. Nel 1838, Mantell pubblicò "The Wonders of Geology" che, a differenza dei suoi libri precedenti, vendette piuttosto bene. Le prime mille copie furono vendute nel giro di un mese. Il frontespizio mostrava una drammatica incisione di John Martin, con soggetto una lotta mortale tra megalosauri, iguanodonti e ileosauri, avvinghiati nel fango più melmoso. Un incubo, più che una meraviglia geologica. Non a caso, il pittore
John Martin è celebre per le opere dall'atmosfera biblico-apocalittica. La sua incursione nel mondo di
Iguanodon fu breve, ma decisiva per l'immaginario "paleoartistico" successivo.
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John Martin (1838), "The Country of the Iguanodon" |
Malgrado Mantell venga più frequentemente ricordato per le incongruenze della super-iguana (ne stimò una lunghezza di 30 metri), egli fu anche il primo a riconoscere le piccole dimensioni dell'omero (presente anche nell'esemplare di Maidstone, ma inizialmente confuso per un radio) rispetto alle ossa dell'arto posteriore. Le inattese proporzioni del "sauriano" lo spinsero ad immaginarne le abitudini alimentari: "Gli arti anteriori erano lunghi e sottili e servivano da strumenti prensili (...). A differenza degli arti inferiori e dei piedi che erano forti e massicci, come nell'ippopotamo, per sostenere il peso enorme, quelli anteriori erano in grado di afferrare l'abbondante vegetazione tropicale di felci, cicadacee, canne e conifere" (Mantell, 1849). Gli iguanodonti elefantini di Owen, consacrati dal parco preistorico del Crystal Palace, nascevano obsoleti. Paradossalmente, le ultime interpretazioni di Mantell circa l'aspetto degli iguanodonti presero forma, in parte, dalla lettura degli studi di Owen sui bradipi terricoli. Mantell immaginò
Iguanodon come un grande rettile "simil-milodonte"; le successive scoperte confermarono, nel complesso, quell'immagine, rivisitata solo negli ultimi decenni. Chissà come sarebbero apparsi gli iguanodonti del Crystal Palace, se affidati nelle mani di Mantell. Sarebbe stato supervisore del celebre parco preistorico, opportunità che gli fu proposta nell'estate del 1852, pochi mesi prima della sua morte.
"Il gaio animale antico
Non è deceduto
C'è ancora vita in lui! (boato)"
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Benjamin Waterhouse Hawkins, 1853 |
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Foto ottocentesca dei modelli del Crystal Palace (ca. 1860)
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Benjamin Waterhouse Hawkins (ca. 1870), dettaglio |
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Alice B. Woodward (1896) fonte |
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?Heinrich Harder (1913) - Acquario di Berlino / Uno tra i primi modelli di iguanodonte, a grandezza naturale, della generazione post-Owen. Nel complesso, rispecchia la ricostruzione di Alice Woodward (1896). |
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Il primo modello di Iguanodon, a grandezza naturale, della generazione post-Owen. (ca. 1910) fonte (? Joseph Pallenberg ? ca. 1930) A giudicare dall'aspetto, suppongo possa trattarsi di una scultura di H. Harder. |
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Heinrich Harder (ca. 1916) - vedi G. Heilmann (1927, 1928) |
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Eli Marsden Wilson (1935) - "Idealized Landscape of the Wealden Lake" (Iguanodon, Cetiosaurus, Polacanthus) colori |
Paesaggi primordiali
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Henry De la Beche (1830), "Duria Antiquior - A more Ancient Dorset" |
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"Jura-Formation" (1831) - Illustrazione di Nicholas Christian Hohe (1798-1868), commissionata da Georg August Goldfuss per la monografia "Fossils of Germany". Buckland la considerò una parodia tedesca dell'opera di De la Beche... |
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The Penny Magazine (1833), "Organic Remains Restored" |
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John Martin (1842), "The Age of Reptiles" |
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Josef Kuwasseg (1851) |
Bibliografia:
Deborah Cadbury, Cacciatori di dinosauri. L'acerrima rivalità scientifica che portò alla scoperta del mondo preistorico. Trad. di M. Cais. Milano : Sironi editore, 2004, ISBN 88-518-0033-2
Martin J.S. Rudwick, Worlds Before Adam: The Reconstruction of Geohistory in the Age of Reform (Chicago and London: The University of Chicago Press, 2008), 614 p, ISBN 978–0-226-73128-5
Moody, R. T. J.; Martill, M. D.; Buffetaut, E.; Naish, D.; Martill, D. M. (2010). Dinosaurs and Other Extinct Saurians: A Historical Perspective. Geological Society. ISBN 1862393117.
Debus, Allen A. 2009.
Prehistoric Monsters - The Real And Imagined Creatures Of The Past That We Love To Fear, McFarland & Co Inc. ISBN 9780786442812
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