"Dinosauri nelle Dolomiti" (2012) A cura di : Paolo Mietto, Matteo Belvedere, Mara Barbuni, disegni di Fabio Manucci Fondazione G. Angelini-Centro Studi sulla
Montagna in collaborazione con l'Università degli Studi di Padova
(Dip.to di Geoscienze), La Cooperativa di Cortina -
Prezzo: € 12.00 - Pagine: 110, con illustrazioni a colori - Dimensioni: 14,8 cm x 21 cm x 0,8 cm - ISBN: 987-88-86106-37-5
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Il libro è in vendita su Amazon e IBS; in caso di difficile reperibilità potete contattarmi all'indirizzo paleonauta@virgilio.it
Domenica prossima si terrà una conferenza dedicata al nuovo libro "Dinosauri nelle Dolomiti" (a Fusine di Zoldo Alto, Belluno / ore 18.00, presso la Sala polifunzionale, Piazza Angelini 1). Il volume è opera di due esperti geologi, specializzati nell'icnologia dei vertebrati, Paolo Mietto e Matteo Belvedere (vedi video-intervista), e di Mara Bruni, che ne ha curato l'impostazione divulgativa. Figura anche il mio nome, avendo contribuito per la parte illustrativa. I dinosauri sono una novità per l'Italia, fino ad alcuni decenni fa la loro presenza era insospettabile. Appartengo ad una generazione fortunata, se si considera il boom di scoperte italiane: decine di siti a impronte (principalmente dalle Alpi e dalla Puglia), oltre a scheletri fossili di specie diverse, prima ignote, conservate in modo eccezionale (si pensi all'olotipo di Scipionyx, di cui sono evidenti gli organi interni fossilizzati, o di Tethyshadros, uno degli scheletri di dinosauro più completi d'Europa).
Domenica prossima si terrà una conferenza dedicata al nuovo libro "Dinosauri nelle Dolomiti" (a Fusine di Zoldo Alto, Belluno / ore 18.00, presso la Sala polifunzionale, Piazza Angelini 1). Il volume è opera di due esperti geologi, specializzati nell'icnologia dei vertebrati, Paolo Mietto e Matteo Belvedere (vedi video-intervista), e di Mara Bruni, che ne ha curato l'impostazione divulgativa. Figura anche il mio nome, avendo contribuito per la parte illustrativa. I dinosauri sono una novità per l'Italia, fino ad alcuni decenni fa la loro presenza era insospettabile. Appartengo ad una generazione fortunata, se si considera il boom di scoperte italiane: decine di siti a impronte (principalmente dalle Alpi e dalla Puglia), oltre a scheletri fossili di specie diverse, prima ignote, conservate in modo eccezionale (si pensi all'olotipo di Scipionyx, di cui sono evidenti gli organi interni fossilizzati, o di Tethyshadros, uno degli scheletri di dinosauro più completi d'Europa).