L'illustrazione in alto ritrae un frammento di pelle, solo apparentemente privo di piumaggio, associato alle vertebre cervicali del dinosauro Emeus crassus, rinvenuto presso Earnscleugh Cave.
Sto parlando di una specie di moa (Dinornithiformes), una varietà di uccelli terricoli graviportali, endemici della Nuova Zelanda. Emeus è un genere di dimensioni piuttosto modeste e, riferendosi ai moa, l'immaginazione ci porta subito alle celebri forme giganti, Dinornis novaezealandiae e D. robustus, specie che potevano raggiungere una stazza doppia a quella dello struzzo (ricordo tuttavia che esistono pennuti cenozoici ancora più massicci, quali Dromornis e Aepyornis ).
da "Evangeline: Dinosaur Farm" (1987) - La Nuova Zelanda viene spesso presentata come una sorta di "mondo perduto", una terra in solitaria deriva, fin dal tardo Cretaceo. Le origini dei moa, così come quelle di molte altre specie della regione, rimangono controverse. PER APPROFONDIMENTI Gli antenati di questi uccelli erano forme terricole già presenti quando la Zealandia si separò dall'Australia? O giunsero decine di milioni di anni dopo, volando? Sul finire dell'Oligocene, queste terre sprofondarono quasi completamente; anche ammesso che i moa fossero già presenti, come sopravvissero? La Nuova Zelanda è un paradiso per i diapsidi e, almeno su questo punto, vi è concordanza: quando i polinesiani colonizzarono queste isole, gli unici altri mammiferi presenti erano alcune specie di pipistrelli... PER APPROFONDIMENTI
Resti di tessuti molli (muscoli, pelle con tubercoli o piumaggio), attribuibili a diverse specie di moa, sono noti fin dal diciannovesimo secolo.
The Arrival of the Maories, Trevor Lloyd, postcard circa 1905.
"BBC Monsters We Met: the end of Eden" (2003) - I moa virtuali della moderna documentaristica.
Vi ho preparato una carrellata di immagini. Ho accompagnato foto e tavole tecniche con le illustrazioni archeozoologiche di Paul Martinson (vedi volume "Extinct Birds of New Zealand").
Emeus crassus
Paul Martinson (2005)
Inizialmente, nel vedere una versione non molto definita della figura in basso, ho immaginato si trattasse di un lembo di pelle rivestito di tubercoli e piumaggio; interpretazione improponibile, i resti tegumentari provengono dalla regione cervicale, priva di squame . I rigonfiamenti presenti sulla superficie dovrebbero essere riconducibili agli pterili. "The surface is rougliened by elevated conical papillae, from the apex of some of which springs a slender transparent feather-barrel, never longer than half an inch." (Pag. 114) Con i moa "mummificati" il problema non si pone ma, per semplice curiosità, mi domando quanto possa essere difficoltoso discriminare eventuali impronte fossilizzate degli pterili da quelle di rivestimenti tubercolati.
L'esemplare di Dinornis proveniente da Tiger Hill (immagine in alto) conserva, nella zona pelvica, pelle e piumaggio e, considerate le dimensioni dell'animale, rappresenta il più grande celurosauro di cui si abbia evidenza diretta della presenza di piume (perlomeno fino a quando non sarà descritto STM1-5, riferito preliminarmente ad un grosso tirannosauroide).
Anomalopteryx didiformis
Paul Martinson (2005)
Esemplare straordinario, scoperto nel 1980, presso Lake Echo (Southland); conserva resti di fibre muscolari, pelle e piumaggio. fonte: "The lost world of the moa" (2002)
Owen, R. 1883. On Dinornis (Part XXIV.): containing a description of the head and feet, with their dried integuments, of an individual of the species Dinornis didinus Owen The Queenstown specimen said to be noticed in the Tuapeka Times of Nov., 1878 (non dispongo dell'articolo).
Per gli amanti delle ricostruzioni "artistiche": uno dei maggiori illustratori naturalistici australiani, Peter Trusler, è un vero maniaco del realismo (figurativo e scientifico), una figura modello della moderna paleoillustrazione; all'interno di "The Artist and the Scientists: Bringing Prehistory to Life" troverete il summa del suo lavoro, incluso un capitolo dedicato alla "mummia" di Megalapteryx. Infine, per quanto concerne la modellazione scultorea --> "The Recreation of the Stout-legged Moa"
Fin dalla loro scoperta, i moa vennero raffigurati come grossi struzzi, dal collo proteso verso l'alto (foto in basso). Negli ultimi decenni questa postura standard è stata messa in discussione, in favore di una posa "loop-necked", meno spettacolare, posizione adottata normalmente da altri grandi ratiti (Es. casuari, emù).
Un'ultima annotazione, di carattere storico... I moa furono descritti per la prima volta da Richard Owen, il celebre anatomista d'epoca vittoriana, a cui viene attribuita la paternità della parola "dinosauro" (Dinosauria Owen, 1842).
"Poco dopo aver "creato" i dinosauri, Owen accrebbe la sua fama poichè si avverò una sua importante predizione. Nel 1839 gli era stato sottoposto un curioso spezzone d'osso lungo 15 cm, proveniente da un animale sconosciuto della Nuova Zelanda. Osservando la matrice ossea a nido d'ape e la sua struttura cava, Owen aveva dedotto che l'uccello era di grande stazza e non poteva volare. Quattro anni dopo, un missionario inviò al professor Buckland un cesto di fossili dalla Nuova Zelanda. Conteneva le ossa di un grande uccello inadatto al volo. Il mostro piumato gigante, che poteva raggiungere un'altezza di 3.5 metri, divenne noto con il nome di moa o Dinornis (Owen, 1843). La brillante predizione di Owen fu portata all'attenzione del principe Alberto. Buckland descrisse l'evento a Owen: "Sir Robert Peel e il suo ospite reale furono sbalorditi dall'altezza del Dinornis, "la stessa altezza di questa biblioteca". Il principe Alberto voleva vedere di persona le ossa di moa. "Nessun'altra opera di Owen ha suscitato un'eccitazione così grande" fu detto. "Il gruppo, guidato dal principe Alberto, si è affrettato a ispezionare i resti enormi e a farsi presentare al felice negromante, al cui richiamo una processione fantasma di strane creature era uscita improvvisamente dal passato per entrare nel presente" (da "Cacciatori di Dinosauri", di D. Cadbury / pag. 270)
Richard Owen (1846) e le ossa della terribile lucertola, Dinornis
Un decennio più tardi, quando gli fu affidata la supervisione del celebre parco preistorico del Crystal Palace, primo nel suo genere, pensò anche all'inserimento, tra megalosauri e megateri, di modelli a grandezza naturale di Dinornis. Malgrado il grande successo riscontrato, i finanziamenti non furono sufficienti per ultimare il progetto iniziale, e i moa rimasero ossa.
C'è un fatto interessante, raramente ricordato... Il parco ricadde nella mani di Owen solo in un secondo momento. Inizialmente fu affidato a Gideon Mantell che, malgrado le furberie di Owen, può essere considerato il principale "padre scientifico" dei dinosauri. Purtroppo, pochi mesi dopo aver ricevuto l'autorevole incarico, Mantell (già ridotto a condizioni fisiche pietose) cadde dalle scale e, sopravvissuto all'incidente, si spense consumando un'eccessiva dose di oppiacei. Mantell non condivideva molte delle interpretazioni di Owen, incluso l'iguanodonte rinocerontino (si accorse, ad esempio, della differenza di proporzioni tra arti anteriori e posteriori).
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