giovedì 19 maggio 2011

Il cine-cretacico di "The Tree of Life" (2011)

"The Tree of Life" (2011), di Terrence Malick, è giunto nei cinema italiani. Lasciando ad altri il compito di fornirne una critica cinematografica (suggerisco la recensione di Leonardo Ambasciano, su "Historia Religionum",  PRIMO ARTICOLO & GUEST POST), tratterò di seguito delle sequenze a sfondo paleontologico ed evolutivo, in linea con le tematiche di questo blog. 


La storia ruota attorno ad una famiglia statunitense degli anni Cinquanta, scenario da cui si snoda, per mezzo di immagini e riflessioni, una prospettiva universale e "onnicomprensiva", tra spiritualità e natura. Una scelta di certo originale, capace di giustificare l'inserimento di visioni cosmologiche ed evolutive, che procedono dal Big Bang alla formazione del pianeta Terra, lungo un percorso di quasi dieci miliardi di anni, trasportandoci in pochi minuti dal macro al micro, per osservare le origini della vita. Siamo ora immersi tra i rami dell'"albero dell'evoluzione", inseguendo la tipica direzionalità zoocentrica, tra cellule, meduse, tetrapodi primitivi (presentati nella forma del moderno axolotl) e rettili mesozoici. Ci troviamo in una spiaggia, di fronte ad un plesiosauro (forse ispirato a Elasmosaurus) ferito, ricreato digitalmente.  Onde, squali martello, razze... Un Parasaurolophus pascola solitario nel sottobosco, ai piedi di tronchi colossali, in un'atmosfera che richiama "Prehistoric Beast" (1985) e le opere di Doug Henderson. Un Parasaurolophus accasciato a terra, sulla sponda di un fiume, alcuni altri adrosauri in lontanza, un celurosauro si avvicina, agita una zampa sull'animale moribondo, si allontana... 

"That same kind of organic feel is imbued in recreating the time of the dinosaurs, in which life takes on a fiercer intelligence and perhaps the beginnings of compassion. Glass worked with a lot of filmed material, from redwoods in Northern California to the Atacama Desert in Chile. “Then we would decide where we could place the creatures, almost like an afterthought,” he explains. “We would fit in a creature maybe half framed out of the shot to make it feel more natural. The creatures were chosen to be more understated, not the famous representations of dinosaurs you expect, but more as if you’ve come across a scene from every day life. We worked in close consultation with renowned paleontologist Dr. John “Jack” Horner from Montana State University to keep everything accurate to what we know.” (fonte)
Osserviamo dallo spazio un impatto asteroidale. Onde di maremoto, si chiude il sipario.

“Most contemporary directors would have done these scenes in a very different way. For example, the moment where a meteor hits the earth could be very flashy. But Terry wanted to make it very understated, where you see just the arc of the earth as the shadow of night is crossing over it, and then the meteor hits and the wake is this dispersion of clouds and matter that was created with milk in a circular tank. The result was a very natural, organic feel.” (fonte)


Come consulente paleontologico ritroviamo, anche qui, John "Jack" Horner; mi auguro verrà presto allargata la cerchia delle consulenze per "dinosauri in pellicola" (e spero includerà chi lavora nell'ambito della ricostruzione paleoartistica)... Malgrado siano stati resi in modo naturalistico e credibile, l'aspetto scientifico non è particolarmente curato e moderno. "The Tree of Life" ripropone uno zoo in versione "Jurassic Park" (e sono ormai trascorsi due decenni), con un Parasaurolophus dall'anatomia generica (sembra presentare mani a tre dita) ed un celurosauro completamente spiumato (un vero peccato, specie se considerato l'interesse ornitologico del regista), con le tradizionale postura braccia da zombie. Il "celurosauro x" ricorda vagamente i Gallimimus di "Jurassic Park", di cui ripete le inesattezze, oltre ad imitarne le striature. Viene riferito all'ornitomimide Dromiceiomimus (Ornithomimus), mostrato in un'improbabile scena "predatoria". Dromiceiomimus sulla Via della Grazia o della Natura? A prescindere da ciò, dinosauri bocciati, malgrado le forti suggestioni. Queste brevi sequenze sono pregevoli sotto ogni altro punto di vista e, nel contesto del "cine-cretacico", si distinguono per l'attenzione verso un'ottica naturalistica, ricreata con grande cura. aggiornamento 24/06/2011 In rete, il "celurosauro x" viene riferito a Troodon, un genere che, a livello di riferimenti paleoillustrativi, si trova in una condizione ancora più "conservatrice" (cercando su Google, nella maggior parte delle immagini viene presentato nella versione tradizionale, squamosa, malgrado non tutte le illustrazioni siano datate). 




"Dromiceiomimus" (il genere è normalmente considerato sinonimo di Ornithomimus)ricostruzione scheletrica da Russell, 1972).
Struthiomimus - Douglas Henderson (?fine anni 80) / I dinosauri di "The Tree of Life" sono immersi nel loro ambiente, non si trovano al suo centro. Quasi dei "nani", se paragonati ai grandi alberi... Una visione forse influenzata dalla paleoarte di  Doug Henderson. Il celurosauro del film appare glabro e, a differenza di molte ricostruzioni anni '90 (Struthiomimus - Douglas Henderson ?2000 - da "Asteroid Impact") , manca di una colorazione vivace. Osservandolo meglio si arrivano a distinguere alcune bande bluastre lungo il collo e la coda, molto comuni nella moderna iconografia degli ornitomimidi (esempi: "Ornithomimus - Prehistoric Park"; Raul Martin Struthiomimus); d'altronde, le stesse striature si ritrovano nel Gallimimus di "Jurassic Park".  Oggi il loro aspetto si è evoluto nuovamente --> ricostruzione basata sulle conoscenze moderne
Peter Schouten, 2008
(immagine da "Nature"/Norell et al, 2001) Il becco degli ornitomimidi, privo di denti e contraddistino dalla presenza di alcune lamelle, un probabile adattamento ad una dieta da filtratore (un po' come i fenicotteri ed alcuni anatidi)  A) Ornithomimus edmonticus (RTMP 95.110.1) B) Gallimimus bullatus (IGM 100/1133)
aggiornamento 2012 - Zelenitsky et al. 2012 I primi fossili di dinosauro non aviano, completi di evidenze dirette di piumaggio, rinvenuti in Nord America. Non eguagliano per spettacolarità certi esemplari cinesi (o il più celebre Archaeopteryx di Berlino) ma, da un punto di vista meno discutibile, confermano la presenza di piumaggio negli ornitomimosauri. Per una curiosa coincidenza, la scoperta riguarda proprio una serie di esemplari di "Dromiceiomimus"/Ornithomimus

Molto più interessante la sequenza del plesiosauro, probabilmente ispirata ad una delle illustrazioni di Larry Felder (vedi fine post), presente nel bel volume "In the Presence of Dinosaurs" (2000). Va ricordato che, malgrado le comuni raffigurazioni di plesiosauri distesi a riva, una tale eventualità appare piuttosto discutibile.


Larry Felder & J. Colagrande (2000) -  da "In the Presence of Dinosaurs" (vedi edizione italiana). "Una femmina di Elasmosaurus, sofferente per una ferita infetta, ha raggiunto una spiaggia nel lontano nord, per deporre le uova." 
Parasaurolophus - Larry Felder (2000) 
Scott Hartman (2004)
fonte: Parks, 1922
fonte: Parks, 1922
Lukas Panzarin (altre immagini 26/11/2013)
Nel film non appaiono altre specie fossili, tutto viene ristretto ad uno scenario tardo cretacico, dai protagonisti già noti, presentati in modo non innovativo. Sauropsidi e sinapsidi paleozoici, i primi veri dominatori delle terre emerse (volendo limitarsi ai vertebrati terrestri), vengono completamente ignorati, e l'estinzione di massa di fine Cretaceo continua ad essere presentata come una catastrofe a sé stante nella storia fanerozoica, una linea di confine tra "il vecchio" e "il nuovo", malgrado di portata inferiore all'evento di estinzione permo-triassico. Il salto alla modernità è immediato, trascurando la diversificazione cenozoica dei mammiferi e le origini dell'uomo, così come era già avvenuto in "Fantasia". Insomma, il quadro evolutivo fornito allo spettatore è molto "canonico" (per approfondimenti--> "Che cosa tutti dovrebbero sapere della paleontologia?" di Thomas Holtz), così come l'idea di "mera sopravvivenza" che fa da sfondo...  Questi, a mio giudizio, sono gli aspetti più limitanti del viaggio evolutivo di Malick, senza nulla togliere alla grandiosità delle immagini e delle colonne sonore. La preistoria cinematografica è ricca di rimandi ai temi della divulgazione naturalistica (incluse le sue forme visuali, illustrative) e credo sia interessante individuarne certi legami iconografici e/o ideologici. Buona visione.

1 commento:

Guilala ha detto...

Una bellissima disamina della preistoria di "The tree of life". L'elasmosauro di felder è palesemente quello del film, sia come atmosfera, inquadratura e situazione.

Andrea/GGD!