"The Tree of Life" (2011), di Terrence Malick, è giunto nei cinema italiani. Lasciando ad altri il compito di fornirne una critica cinematografica (suggerisco la recensione di Leonardo Ambasciano, su "Historia Religionum",
PRIMO ARTICOLO &
GUEST POST), tratterò di seguito delle sequenze a sfondo paleontologico ed evolutivo, in linea con le tematiche di questo blog.
La storia ruota attorno ad una famiglia statunitense degli anni Cinquanta, scenario da cui si snoda, per mezzo di immagini e riflessioni, una prospettiva universale e "onnicomprensiva", tra spiritualità e natura. Una scelta di certo originale, capace di giustificare l'inserimento di visioni cosmologiche ed evolutive, che procedono dal Big Bang alla formazione del pianeta Terra, lungo un percorso di quasi dieci miliardi di anni, trasportandoci in pochi minuti dal macro al micro, per osservare le origini della vita. Siamo ora immersi tra i rami dell'"albero dell'evoluzione", inseguendo la tipica direzionalità zoocentrica, tra cellule, meduse, tetrapodi primitivi (presentati nella forma del moderno axolotl) e rettili mesozoici. Ci troviamo in una spiaggia, di fronte ad un plesiosauro (forse ispirato a
Elasmosaurus) ferito, ricreato digitalmente. Onde, squali martello, razze... Un
Parasaurolophus pascola solitario nel sottobosco, ai piedi di tronchi colossali, in un'atmosfera che richiama "
Prehistoric Beast" (1985) e le opere di Doug Henderson. Un
Parasaurolophus accasciato a terra, sulla sponda di un fiume, alcuni altri adrosauri in lontanza, un celurosauro si avvicina, agita una zampa sull'animale moribondo, si allontana...
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"That same kind of organic feel is imbued in recreating the time of the dinosaurs, in which life takes on a fiercer intelligence and perhaps the beginnings of compassion. Glass worked with a lot of filmed material, from redwoods in Northern California to the Atacama Desert in Chile. “Then we would decide where we could place the creatures, almost like an afterthought,” he explains. “We would fit in a creature maybe half framed out of the shot to make it feel more natural. The creatures were chosen to be more understated, not the famous representations of dinosaurs you expect, but more as if you’ve come across a scene from every day life. We worked in close consultation with renowned paleontologist Dr. John “Jack” Horner from Montana State University to keep everything accurate to what we know.” (fonte) |
Osserviamo dallo spazio un impatto asteroidale. Onde di maremoto, si chiude il sipario.
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“Most contemporary directors would have done these scenes in a very different way. For example, the moment where a meteor hits the earth could be very flashy. But Terry wanted to make it very understated, where you see just the arc of the earth as the shadow of night is crossing over it, and then the meteor hits and the wake is this dispersion of clouds and matter that was created with milk in a circular tank. The result was a very natural, organic feel.” (fonte) |