Troco: Io?
Emiliano: Sì, tu, siamo io e te...
Troco: La morale…mh…
Troco: La morale è come le categorie…
Emiliano: Che palle, sempre ste categorie.
Troco: Non è colpa mia se gli argomenti si intersecano e si influenzano. Anzi è proprio un problema di categorie il voler discutere di un unico argomento senza toccarne altri. Come vedi ho sempre ragione.
Troco: La morale in definitiva credo rappresenti il senso comune accettato e normalizzato. Questo significa che in qualche modo è già vecchio.
Emiliano: In che senso vecchio?
Troco: Nel senso che se è condiviso dalla maggior parte della popolazione ha già qualche tempo e difficilmente è innovativo.
Emiliano: Ma non sempre le innovazioni sono per forza positive…
Troco: Infatti io non ho dato alcuna accezione di positività o negatività alla parola “vecchio”. Sei tu che attacchi i tuoi pregiudizi alla parola. La parola “vecchio” è di per sé neutra.
Emiliano: Magari il “già” che ci hai messo prima induce alla tentazione…
Troco: Può darsi. In questo caso il problema è il linguaggio, ma non ne voglio discutere ora. Un’altra volta. Torniamo invece alla morale. La morale è semplicemente la moda comportamentale. Lo Zeitgheist del buon comportamento.
Emiliano: Ho capito dove vuoi arrivare: una persona che ha un nuovo modo di comportarsi (neutro) sarà vista come un deviante, e se il nuovo comportamento è in conflitto con la morale del tempo viene tacciato come negativo.
Troco: Esatto: uno che si nutra di blatte, ad esempio, è criticabile negativamente oggi, così come lo era decenni fa una donna che guidava la macchina o, in certe culture, una che vada a scuola (le critiche non sono sempre formali e codificate, ma lavorano incessantemente e silenziosamente nella vita reale). La morale è questa, un controllo sociale (operato direttamente dai cittadini e non dal governo o da strutture particolari), affidato quindi allo Zeitgheist corrente. Tuttavia c'è un ventaglio parallelo che ci porta in una realtà alternativa.
Emiliano: Cioè?
Troco: Cioè le cricche, i circoli. Un vegàno, ad esempio, si trova male in mezzo alla festa del prosciutto o del cotechino, ma si trova molto bene all’interno di un negozio bio o di una realtà costruita appositamente per la sua categoria. Vegàno non è solo una scelta nutrizionista, ma un preciso stile di vita a 360 gradi che coinvolge molti altri ambiti, quello che definirei una supercategoria.
Emiliano: E sei arrivato dove volevi.
Troco: Certo, le categorie permettono l’apertura di uno spazio alternativo, un modo trasverso di percepire lo zeitgheist. Vedendola così, la moda è un insieme di mode, molto diverse tra loro, e alcune di esse addirittura inconciliabili. Tuttavia il motore complessivo, tiene conto dell’equilibrio generale di queste piccole mode interne. Sono esse, che come parametri, vanno a influenzare lo Zeithgeist. Finché le mode sono piccole e marginali non contano, quando superano una certa soglia, un certo livello, innescano un nuovo fenomeno… non posso proseguire oltre poiché andrei a discutere di un argomento diverso (la visione quantistica della realtà, ma non in stile new-age beninteso, nel mio!)
Emiliano: Non capisco, parli di moda e di morale come se fossero la stessa cosa…
Troco: Lo sono. Per una popolazione di cannibali, la consuetudine di mangiare un altro uomo è sia moda (costume, cultura) sia morale. Probabilmente con moda si intende qualcosa di più leggero , superlfuo e transitorio , mentre con costume, morale o cultura si intende qualcosa di più sedimentato, ma come sempre se andiamo a tracciare un confine tra le due cose, vedremo che non è possibile. Si tratta in realtà di uno stesso parametro a cui sono stati dati nomi differenti a seconda della quantità di riempimento. Un po come “bello” e “brutto” rispetto al parametro “estetica”. Molto spesso noi crediamo di discutere di un parametro e invece stiamo discutendo di un pedice o di un apice di un parametro. Il più delle volte si tratta di un problema linguistico, tutte le lingue infatti, dimostrano di non essere molto adatte a formare pensieri coerenti, e , proprio per le proprie contraddizioni (che sono esteticamente piacevoli!) deviano di continuo il corretto ragionamento e ci vuole un bel daffare per recuperarne l’integrità.
Emiliano: Basta, sono stanco. Ti va un caffè?
Troco: E facciamo sto caffè.
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