lunedì 1 aprile 2013

_Gojirasuchus insularis_ Yamane & Berto, 2013 (Elpistostege Day)



"Si sa ancora molto poco degli animali che popolavano il Friuli durante il Triassico. E' come entrare in un mondo inesplorato dove teoricamente si possono scoprire animali totalmente ignoti ed inaspettati. Se, per esempio, conoscessimo tutti i mammiferi viventi tranne quelli australiani, potremmo forse ipotizzare l'esistenza di animali come il canguro e l'ornitorinco?" (fonte: Dalla Vecchia F. M., 2008 "Vertebrati Fossili del Friuli: 450 milioni di anni di evoluzione" Museo Friulano di Storia Naturale, volume n. 50, pp. 304, 279 figs, Udine) 

Il record fossile del Triassico italiano è sorprendentemente ricco. Una serie di nuove scoperte, avvenute nei pressi di Dogna (Provincia di Udine, Friuli-Venezia Giulia), confermano il grande (ed inatteso) potenziale scientifico e geo-turistico di questo patrimonio. Le sorprese non sono certo mancate, negli ultimi anni: la scoperta, ad esempio, di un nuovo genere di grande saurotterige (Dalla Vecchia, 2006), prossimo ai plesiosauri, e di un sito di nidificazione amniote (Avanzini et al., 2007), il più antico al mondo. Due scoperte uniche nel loro genere, per rarità, tipologia e collocazione geocronologica. Il ritrovamento più inatteso è oggetto di uno studio non ancora pubblicato. Fino ad ora, l'unica evidenza nota delle presenza di arcosauri nell'associazione di Dogna era limitata ad un singolo frammento dentario, MFSN 21327, attribuito ad un arcosauro indeterminato. Un semplice indizio, l'inizio di una nuova stagione di ricerca...  

Nel nuovo studio Kyohei Yamane (paleontologo di fama internazionale) e Berto descrivono una serie di esemplari arcosauriani, ascrivibili  ad almeno due nuove specie, provenienti dalla Formazione del Rio del Lago: Gojirasuchus insularis e Anguirus pugiodorsus. I resti di Gojirasuchus, relativamente completi ed articolati, sono ancora inglobati nella matrice originaria. Per il momento, a causa della mole dei blocchi rocciosi, non è stato possibile trasferire i reperti in un luogo più idoneo per lo svolgimento delle analisi. Non potrà essere specificata l'esatta locazione dei siti, in modo da scoraggiare eventuali atti di vandalismo. Un'analisi preliminare conferma l'attribuzione dei resti ad un rauisuchide, di dimensioni superiori a quelle di qualsiasi forma precedentemente descritta, con la possibile, incerta eccezione di Fasolasuchus. E' stato denominato Gojirasuchus, in riferimento al celebre personaggio cinematografico (Godzilla/Gojira, il re dei mostri), a causa dell'ovvia ed inconcepibile somiglianza.

Ricostruzioni di Gojirasuchus insularis Yamane & Berto, 2013 & Postosuchus kirkpatricki Chatterjee, 1985  (la ricostruzione scheletrica di Postosuchus è opera di Gregory S. Paul / fonte: "The Complete Dinosaur" 1997)

Oltre al gigantismo, condivide con il mostro pop un altro carattere aberrante: le grandi placche dorsali. La presenza di osteodermi dorsali è comune nei crurotarsi ("rauisuchi" inclusi) ma, nel caso di Gojirasuchus, queste strutture assumono forme e proporzioni del tutto atipiche. Anche i celebri stegosauri presentano organi vagamente simili, un potenziale caso di convergenza evolutiva; l'uso ed il funzionamento di queste placche rimane irrisolto, malgrado sia stato a lungo associato alla termoregolazione (un po' come per le cosiddette "vele", tra l'altro presenti in alcuni "rauisuchi", quali Arizonasaurus e Ctenosauriscus / vedi Velisti per caso e necessità).

Osteodermi di tireofori e rauisuchi. In alto, da sinistra a destra: Scutellosaurus (ricostruzione scheletrica di Marco Auditore); Scelidosaurus, Huayangosaurus & Stegosaurus (ricostruzioni di Gregory Paul). Nella parte inferiore, Postosuchus (di Jonathan Weinbaum) e Gojirasuchus.

Gli autori del nuovo studio considerano Gojirasuchus un bipede obbligato, per via delle proporzioni degli arti. Ciò non sorprende, se consideriamo la probabile bipedia di Postosuchus, nonché di altri "rauisuchi" (es. Poposaurus). Gojirasuchus adottava plausibilmente una camminata plantigrada, al pari di alcuni suoi simili. La conferma arriva dalle orme fossili (rinvenute anche nell'Italia settentrionale) attribuite a possibili "rauisuchi" che, tuttavia, rivelano una postura quadrupede; Postosuchus e Gojirasuchus rappresenterebbero un caso a parte. I piedi della nuova specie raggiungono dimensioni enormi, rafforzando involontariamente la somiglianza con il mostro cinematografico! In effetti, Godzilla (quello originale, del film del 1954) incarna meglio l'immagine biologica (la ricostruzione) che attribuiremmo ad un rauisuco bipede, più che a quella di un grande dinosauro teropode. Anche se, tra questi "rettili" crurotarsi e certi dinosauri, intercorre una somiglianza superficiale.  Non soprende che, fino a pochi decenni fa, alcuni rauisuchidi (es. Teratosaurus, Rhedosaurus, Postosuchus) fossero occasionalmente descritti alla stregua di teropodi primitivi, progenitori dei "carnosauri" giganti del Giurassico e del Cretacico (Chatterjee, 1985).

Ricostruzione "in vivo" di Gojirasuchus.
Le illustrazioni di Zdenek Burian rappresentarono uno dei principali riferimenti nella creazione di Godzilla, una sorta di dinosauro-chimera, dalla pelle di coccodrillo (vedi Making of the Godzilla Suit). Radiazioni iconografiche, più che atomiche. Curiosamente, in quegli stessi anni, alcuni rauisuchi erano considerati dinosauri carnivori a pieno diritto (es. Teratosaurus di Zdenek Burian).  La sconcertante somiglianza con Gojirasuchus rimane tuttavia di natura casuale; la postura plantigrada, ad esempio, è connessa alla semplice difficoltà nel creare costumi più "dinosauriani", digitigradi. 

Postosuchus (dal film Imax "Dinosaurs Alive!", 2007), sguinzagliato da Mark Dubeau

All'interno della cassa toracica (fossile, forse per la gioia degli scopritori) di Gojirasuchus sono stati rinvenuti alcuni denti di pesci attinotterigi, a testimonianza di una dieta (almeno parzialmente) piscivora. Non si dimentichi che il suo tempo è un'entità astratta geocronologica e non esistono mezzi per verificare dal vivo la dieta di quasi-Godzilla; tuttavia, è ragionevole ipotizzare che l'animale originario ingoiò intenzionalmente quelli che erano pesci (anche se alcuni tra i denti rinvenuti potrebbero appartenere meno plausibilmente a piccoli "rettili" acquatici). L'animale originario morì in mare o il corpo venne trasportato al largo dalle correnti? In alcuni periodi, l'antico fondale in cui si depositò la carcassa non doveva trovarsi a grande distanza dalle terre emerse; la Formazione del Rio del Lago non manca di siti paleobotanici (Roghi et al., 2006), a riprova di un'occasionale prossimità con ambienti terrestri. Yamane e Berto propongono per Gojirasuchus uno stile di vita anfibio, comparabile a quello dei coccodrilli marini. L'antico ambiente era popolato da pesci di ogni forma, e da "rettili" acquatici e semi-acquatici, anche di dimensioni considerevoli (es. Manda gigantis): un menu completo. Non mancano tuttavia specie più marcatamente terricole: è il caso dell'aetosauro (?carnivoro) Anguirus pugiodorsus, che Yamane e Berto descrivono sulla base di alcuni resti cranici frammentari.

Manda, un grande "rettile" marino affine ai plesiosauri.
ricostruzione di Anguirus pugiodorsus Yamane & Berto, 2013
Ma perchè Gojirasuchus raggiunge dimensioni tanto portentose? E' possibile, secondo gli autori, che si tratti di un caso di gigantismo insulare; non è escluso, d'altro canto, che Gojirasuchus abbia semplicemente conservato lo standard dimensionale delle forme continentali. Anche l'origine dei grandi varani di Komodo, ad esempio, potrebbe non dipendere dal gigantismo insulare (Hocknull et al. 2009). Queste scoperte rivelano una diversità, di specie ed ambienti, ben più varia di quella prospettata in precedenza. Il tutto senza scomodare gli inquieti abitanti dell'Isola dei Mostri, nella speranza che continuino a riposare negli abissi...

Godzilla bless you.

Bibliografia

Yamane K., Berto, 2013 - An aberrant island-dwelling rauisuchian from the Late Triassic of Italy. Fossili Segreti, 17: 5-66, Udine

Chatterjee, S. 1985. Postosuchus, a new thecodontian reptile from the Triassic of Texas and the origin of tyrannosaurs. Philosophical Transactions of the Royal Society of London, Series B 309, 395-460; London.

Carpenter, K. (1998) A dinosaur paleontologist’s view of Godzilla. In Lees, J. D. & Cerasini, M. (eds) The Official Godzilla Compendium. Random House (New York), pp. 102-106.

Christiansen, P. (2000). Godzilla from a zoological perspective. Mathematical Geology, 32, 231-245

Hocknull SA, Piper PJ, van den Bergh GD, Due RA, Morwood MJ, et al. (2009) Dragon's Paradise Lost: Palaeobiogeography, Evolution and Extinction of the Largest-Ever Terrestrial Lizards (Varanidae). PLoS ONE 4(9): e7241. doi:10.1371/journal.pone.0007241

Dalla Vecchia F. M., 2008 "Vertebrati Fossili del Friuli: 450 milioni di anni di evoluzione" Museo Friulano di Storia Naturale, volume n. 50, pp. 304, 279 figs, Udine

Dalla Vecchia, Fabio M. (2006). "A new sauropterygian reptile with plesiosaurian affinity from the Late Triassic of Italy". Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia 112 (2): 207–225.

Avanzini M., Dalla Vecchia F.M., Mietto P., Preto N., Rigo M. & Roghi G. (2007) - A vertebrate nesting site in northeastern Italy reveals unexpectedly complex behaviour for Late Carnian reptiles. Palaios, 22: 465-475.

Roghi G., Kustatscher E., and van Konijnenburg-van Cittert J. H.A. 2006, Late Triassic Plant from Julian Alps (Italy). Boll. Soc. Paleont. It., v. 45 (I).

Discografia



NDR Elpistostege Day (vedi edizione 2012) - Spero che anche i visitatori giapponesi, muniti di traduttore, potranno riscontrare delle incongruenze. In caso contrario, siete pregati di allacciare le cinture

And I'm not Elpistostege (illustrazione originale di François Miville-Deschênes)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Gra primo aprile