domenica 16 giugno 2013

Moschops

I fossili sono "roba morta e sepolta" e, in molti casi, acquistano un senso ed un valore solo agli occhi del mondo accademico, o di una sua piccola parte, capace di leggerne la complessità. Esistono centinaia di migliaia di specie fossili descritte, miliardi di esemplari, attribuibili ad una range di forme che supera di gran lunga la diversità biologica attuale. Inevitabilmente, chi fa ricerca tende spesso a specializzarsi in ambiti più o meno specifici, pur considerando i comuni strumenti concettuali e tecnologici delle Scienze Naturali. Le ricostruzioni paleoartistiche svolgono di norma un ruolo divulgativo; trasformano un oggetto di studio in un oggetto di meraviglia, capace di affascinare il grande pubblico. Nel tentativo di apparire naturalistiche molte ricostruzioni "in vivo" tentano di sostituirsi al documento fotografico, ricercando una sorta di miraggio iperrealistico, un'illusione ottica quanto più credibile. 

Resta una domanda: per affascinare è necessaria una ricostruzione realistica, fotografica? Al di là del mondo divulgativo, probabilmente, no.

Ne è un esempio "The Moschops" (1999), un cortometraggio animato di Jim Trainor. Malgrado siano evidenti i rimandi all'immaginario scientifico e alla didattica documentaristica, questa opera se ne distacca completamente. Ci presenta un mondo a sé stante, surreale ed inquietante, popolato da animali antropomorfi, in continua trasformazione...

da Broom 1911
da Gregory 1926
Zdenek Burian (1941)
Jim Trainor "The Moschops" (1999) - una breve anteprima

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