Paleoarte: storia e definizione

Semplificare le terminologie

Le definizioni qui considerate faciliteranno la consultazione del blog, pur limitandosi ad una proposta personale, del tutto soggettiva e provvisoria. Manca ad oggi una definizione condivisa di paleoarte.

Paleoarte ("paleoart" o "palaeoart"): il termine “paleoarte” viene introdotto nel 1986, per opera di un disegnatore naturalistico, Mark Hallett (1947-). Si diffonde tramite il volume di una mostra divenuta importante, per l’illustrazione paleontologica, “Dinosaurs Past and Present”, frutto degli sforzi di Stephen e Sylvia Czerkas. Il termine “paleoarte” nasceva come sinonimo orecchiabile di illustrazione/scultura paleontologica.  Malgrado il successo, non ne è mai stata proposta una definizione universalmente  valida, e non tutti ne hanno accolto positivamente l’utilizzo; inoltre, il vocabolo veniva già utilizzato in riferimento all’arte degli uomini preistorici, le pitture rupestri etc. La paleoarte è parte dell'iconografia tecnico-scientifica? Entro quali condizioni? Le moderne ricostruzioni archeozoologiche rientrano nell'ambito della paleoarte? Non esistendo una definizione universalmente accettata, rimangono molti interrogativi aperti.  

Immaginario paleontologico ("paleoimagery", proposto da Debus & Debus, 2002): potrebbe riguardare tutte le creazioni, di origine scientifica o popolare, connesse alla "preistoria" (nella sua accezione più ampia, non storica). 

Paleoarte biologica / ricostruzione anatomica (reconstruction) e ricostruzione in vivo (restoration): 
opere in cui viene proposta un'interpretazione biologica credibile dell'aspetto di una forma estinta. Vengono dunque escluse le tavole unicamente "descrittive" (ascrivibili all'illustrazione scientifica "tradizionale"), le quali consistono nel ritrarre direttamente (e nel modo più fedele) un esemplare paleontologico, senza la necessità di interpretarne gli aspetti biologici  (la morfologia originaria, la postura e il rapporto morfo-funzionale tra le parti anatomiche, il movimento, l'aspetto in vita, ecologia ed etologia etc.). Anche gli esemplari (originali o calchi) montati nei musei, secondo una posa "naturale", possono essere considerati come esempi di ricostruzioni biologiche. Una ricostruzione biologica, a differenza di un ritratto geologico, può spaziare tra diversi livelli di probabilità e d'interpretazione, pur rimanendo radicata al pensiero scientifico. Una ricostruzione scheletrica richiede, ovviamente, una minore componente speculativa, rispetto ad una versione “in vivo”. (per approfondimenti: prospettive della paleoarte biologica)

Storia della "paleoarte" biologica: un tentativo di sintesi

All'interno di "The Complete Dinosaur" (Farlow & Brett-Surman, 1997) viene proposta tentativamente una divisione in quattro periodi della scienza "dinosaurologica", volendo restringere il campo alla paleontologia dei dinosauri mesozoici. Per approfondimenti online, vi rimando ad un post di Leonardo Ambasciano, pubblicato su "Geomythologica" (18/07/2008).

Vorrei proporre (informalmente) una qualche periodizzazione anche per la "paleoarte" di ramo biologico. Nel caso dell'illustrazione paleontologica la cronologia è più ampia, e i soggetti sono estremamente vari, non solo dal punto di vista della biologia sistematica. Per ora, limitiamoci alle ricostruzioni biologiche dell'iconografia "occidentale", con soggetto i soli tetrapodi fossili.  La suddivisione scelta è forse ancora troppo "dinosaurocentrica", andrebbe rivista sicuramente. La parola "paleoarte" viene qui applicata, senza particolari pretese formalistiche, come sinonimo di "illustrazione e scultura paleontologica".  (NdR: per il versante floristico, suggerisco l'articolo di David Bressan "Plant Paleoart Through the Ages")

Proto-paleoarte (circa 1793-1830)

La strana creatura di Johann Hermann (1800). Questa ricostruzione,  apparsa in una lettera a Cuvier, rappresenta un primo esempio di paleoarte “in vivo”. vedi post 06/11/2011 
L’illustrazione paleontologica pone le sue radici nella storia secolare dell’illustrazione anatomica e naturalistica. La paleontologia non esiste ancora, come scienza "autonoma". Viene gradualmente riconosciuta la natura (paleo) biologica dei fossili, la vastità del tempo geologico e la realtà dell’estinzione. Permane una visione biblica della preistoria, romanticamente legata a mostri, diluvi e catastrofi. L’illustrazione tecnico-descrittiva, rivolta ad un pubblico specializzato, domina l’iconografia di questo periodo. Viene inaugurata, in modo contenuto, la tradizione della paleoarte “in vivo” e dello “skeletal restoration” (scheletro con silhouette di tessuti molli). Le sale dei musei di storia naturale espongono, per la prima volta, resti e ricostruzioni scheletriche di mammut e megateri. 

Alcune tra le prime ricostruzioni biologiche. Dall’alto verso il basso, rispettivamente: il megaterio di Bru De Ramón (1793); una ricostruzione “in vivo” di mammut, eseguita da Roman Boltunov (1804); il mastodonte di Cuvier (1806--> fvedi "Big Bone Lick: The Credle of American Paleontology ")..
Alcuni autori rilevanti: Juan Bautista Bru De Ramón (Spagna, 1740 -1799), Johann Hermann (Francia, 1738-1800), Georges Cuvier (Francia, 1769-1832), Charles Léopold Laurillard (Francia, 1783-1853), Samuel Thomas Soemmerring (Germania, 1755-1830). 

Periodo eroico (1830-1890)

Henry de la Beche (1830) - vedi post  09/02/2012
Il geologo Henry de la Beche realizza “Duria Antiquior” (1830), una celebre illustrazione (visibile sopra) con soggetto l’antico ambiente e la sua biocenosi. Vi figurano i bizzarri rettili marini del Giurassico, scoperti tra le rocce del Dorset. La paleoarte ambientale si diffonde, anche a livello popolare e divulgativo. Vengono descritti, per la prima volta, resti di dinosauro. La frammentarietà dei fossili di iguanodonte o megalosauro rese problematica la loro interpretazione. Nel 1854, viene inaugurato il primo parco a tema, e si diffonde l'interesse popolare per la preistoria. Nel 1858, Charles Darwin pubblica “L’Origine delle Specie”, ma il riconoscimento di un processo evolutivo, per selezione naturale, avverrà solo gradualmente. Intanto, negli Stati Uniti, abbiamo la stagione d’oro della caccia ai fossili, con la scoperta di ricchi giacimenti a dinosauri.

George Scharf (1835) - vedi post  03/02/2012 

Tra gli autori più rilevanti: Henry de la Beche (Inghilterra, 1796-1855), Georg August Goldfuss (Germania, 1782-1848), Gideon Mantell (Inghilterra, 1790-1852), George Johann Scharf (Inghilterra, 1788–1860), John Martin (Inghilterra, 1779-1854), Edward Newman (Inghilterra, 1801-1876), Benjamin Waterhouse Hawkins (Inghilterra, 1807-1894), Jan Nieszkowski (Polonia, 1833-1866), Joseph Kuwasseg (Austria, 1799-1859), Édouard Riou (Francia, 1833-1900), Ferdinand von Hochstetter (Germania, 1829-1884), Archibald M. Willard (Stati Uniti, 1836-1918), Edward Drinker Cope (Stati Uniti, 1840-1897).

Periodo classico (1890-circa 1930)

Smilodon populator, di Charles Knight (1905)
La Storia della Vita è ormai familiare a molti illustratori naturalistici, ed alcuni vi si specializzano. Tra questi, Charles Knight è uno tra i più abili, per la sua resa naturalistica e credibile di dinosauri e mammiferi fossili. Knight collabora con l’autorevole paleontologo Henry Fairfield Osborn (1857-1935). Il loro contributo alla divulgazione e alla musealizzazione della paleontologia fu immenso. Il decennio 1900-1910 può essere considerato, secondo alcuni autori (Debus & Debus, 2002), un periodo di importante riformazione. La preistoria è ora al centro di molti trattati specialistici o popolari, riccamente illustrati. Dinosauri e cavernicoli, già diffusi nella letteratura popolare, approdano al cinema, e tra le vignette.

Tra gli autori più rilevanti: Joseph Smit (Paesi Bassi, 1836-1929), Alice B. Woodward (Inghilterra, 1862-1951), Charles Robert Knight (Stati Uniti, 1874-1953), James Carter Beard (Stati Uniti, 1837-1913), Frank Bond (Stati Uniti, 1878-1944), Robert Bruce Horsfall (Stati Uniti, 1869-1948), Harry Govier Seeley (Inghilterra, 1839-1909), Charles Whymper (Inghilterra, 1853-1941), Lancelot Speed (Inghilterra, 1860-1931), Erwin S. Christman (Stati Uniti, 1885-1921), Richard Swann Lull (Stati Uniti, 1867-1957), Joseph Franz Pallenberg (Germania, 1882-1946), Oliver Perry Hay (Stati Uniti, 1846-1930), Charles Whitney Gilmore (Stati Uniti, 1874-1945), Othenio Abel (Austria, 1875-1946), Gerhard Heilmann (Danimarca, 1859-1946), Heinrich Harder (Germania, 1858-1935), Vernon Edwards (Inghilterra, ?), Amédée Forestier (Inghilterra, 1854-1930)

Periodo moderno (circa 1930-1969)

Una delle più popolari immagini della paleoarte, “March of Progress”, di R. Zallinger (1965). Malgrado l’immediatezza, la sua (uni)linearità viene considerata erronea.

I progressi della biologia e della paleontologia confluiscono nella teoria neodarwiniana. L'evoluzione dei sinapsidi (paleozoici, mesozoici e cenozoici) è al centro di vivaci dibattiti, nella paleontologia dei vertebrati, e vengono compiuti importanti progessi nel settore paleoantropologico. In questo contesto, crescono alcuni dei più autorevoli e prolifici paleoillustratori della Storia, quali Zdeněk Burian, Rudolph Zallinger (nel 1949, vince il Premio Pulitzer per la pittura) e Jay Matternes.

Tra gli autori più rilevanti: James Edward Allen (Stati Uniti, 1911-1971), Loris Shano Russell (Stati Uniti, 1904-1998), Gerhard Ernest Untermann (Germania/USA, 1864-1956), Zdeněk M. F. Burian (Repubblica Ceca, 1905-1981), Charles Mortram Sternberg (Stati Uniti/Canada, 1885-1981), Manfred Reichel (Svizzera, 1896-1984), Mathurin Méheut (Francia, 1882-1958), Rudolf Freund (Stati Uniti,1915-1969), Rudolph Franz Zallinger (Stati Uniti, 1919-1995) , Maurice Charles John Wilson (Inghilterra, 1914-1987), Neave Parker (Inghilterra, 1910-1961), Margaret Matthew Colbert (Stati Uniti, 1911-), Louis Paul Jonas (Stati Uniti, 1894-1971), Jay H. Matternes (Stati Uniti, 1933-), William D. Berry (Stati Uniti, 1926-1979), Arthur George Hayward (Inghilterra, ?).

Rinascimento (1969-)

Waptia fieldensis. La ricostruzione 3d è opera di “Obsidian Soul” (utente di Wikipedia). Anche le faune cambriane hanno riservato molte sorprese, nel corso degli ultimi decenni...
Il cosidetto “Rinascimento dei dinosauri” (Dinosaur Renaissance) coincide temporalmente con un periodo di rinnovato interesse per i rettili mesozoici, ma non solo... Negli stessi anni, vengono compiute importanti scoperte in campo paleoantropologico ed evoluzionistico (si pensi, ad esempio, alla celebre revisione delle specie di Burgess). La figura del paleoartista nasce, o viene "consacrata", nei tardi anni ‘80, in un periodo di "dinomania" popolare. In un panorama dominato da dinosauri, d’ispirazione bakkeriana, sopravvive una minoranza specializzata nella paleoillustrazione mammalogica e/o antropologica (es. Jay Matternes, Mauricio Antón, Carl Buell, Kennis & Kennis, John Gurche). Infine, va ricordata la nuova frontiera della grafica 3d che, al di là della documentaristica, offre possibilità prima inimmaginabili. 

Vi sarebbero molti più nomi da ricordare, mi sono limitato ad alcuni tra i più celebri, specializzati frequentemente nella ricostruzione "in vivo" dei dinosauri: Robert T. Bakker (Stati Uniti, 1945-), Giovanni Caselli (Italia, 1939-), Eleanor M. Kish (Canada, 1924-), Gregory Scott Paul (Stati Uniti, 1959-), Stephen A. Czerkas (Stati Uniti, 1951-), William Stout (Stati Uniti, 1949-), Mark Hallett (Stati Uniti, 1947-), Douglas Henderson (Stati Uniti, 1949-), John Gurche (Stati Uniti, 1951-), John T. Sibbick (Inghilterra, 1949-), Peter Trusler (Australia, 1954-), Daniel Wade Varner (Stati Uniti, 1949-2012), Luis V. Rey (Spagna/Messico, 1955-), Carl Buell (Stati Uniti, 1946-), Mauricio Antón Ortuzar (Spagna, 1961-), Michael William Skrepnick (Canada, ?), Raul Martin (Spagna, 1964-), Adrie & Alfons Kennis (Olanda,1966-), Takashi Oda (Giappone, 1969-), Julius Thomas Csotonyi (Canada, 1973-), John Conway (Inghilterra, 1981-), Frederik Spindler (Germania, 1983-), Andrey Atuchin (Russia, 1980-)

Tra storie iconografiche e progetti personali