sabato 29 dicembre 2012

Creando Terre di Mezzo

Un post per il Bertoz (ogni riferimento a persone, cose o "folkettari" esistenti non è puramente casuale).

Approfitto della concomitanza con il nuovo film di Peter Jackson, "Lo Hobbit" (ispirato al romanzo di Tolkien), per dedicarmi a quella "terra di mezzo" situata tra immaginario "fantasy" ed immaginario preistorico.   In che modo è ammessa una sovrapposizione tra i due mondi? *

San Giorgio e lo Pterodattilo, in una tavola (1868/1873) di Benjamin W. Hakwkins. A livello popolare, draghi e rettili preistorici finivano spesso per sovrapporsi nell'immaginario del tardo Ottocento (ma il fenomeno prosegue oltre, si pensi al moderno creazionismo). --> per approfondimenti: O'Connor, 2012

La questione emerge anche tra gli scritti dello stesso Tolkien. Nei primi anni del Novecento, il tema "preistorico" acquista maggiore popolarità e, in questo contesto, si diffondono alcune tra le prime guide divulgative dedicate alla Storia della Vita. Alcuni di questi volumi sono riccamente illustrati (es. "Nebula to Man", del 1905 - include numerose tavole di Alice Woodward, Joseph Smith e Charles Whymper); un numero crescente di illustratori cominciava a familiarizzare con i soggetti paleontologici. Tra i giovani lettori di quei libri, vi era anche Tolkien:

"I was introduced to zoology and palaeontology (“for children’') quite as early as to Faerie. I saw pictures of living beasts and of true (so I was told) prehistoric animals. I liked the “prehistoric” animals best: they had at least lived long ago, and hypothesis (based on somewhat slender evidence) cannot avoid a gleam of fantasy. But I did not like being told that these creatures were “dragons.” I can still re-feel the irritation that I felt in childhood at assertions of instructive relatives (or their gift-books) such as these: “snowflakes are fairy jewels,” or “are more beautiful than fairy jewels”; “the marvels of the ocean depths are more wonderful than fairyland.” Children expect the differences they feel but cannot analyse to be explained by their elders, or at least recognized, not to be ignored or denied. I was keenly alive to the beauty of “Real things,” but it seemed to me quibbling to confuse this with the wonder of “Other things.” I was eager to study Nature, actually more eager than I was to read most fairy- stories; but I did not want to be quibbled into Science and cheated out of Faerie by people who seemed to assume that by some kind of original sin I should prefer fairy-tales, but according to some kind of new religion I ought to be induced to like science. Nature is no doubt a life-study, or a study for eternity (for those so gifted); but there is a part of man which is not “Nature,” and which therefore is not obliged to study it, and is, in fact, wholly unsatisfied by it." (J. R. R. Tolkien, "On Faerie Stories", 1939)

Il mondo naturale e quello del fantastico affascinano lo scrittore, ma in modo diverso. Entrambi hanno elementi propri, non sovrapponibili. Con questo non si vuole escludere una qualche forma di realismo dal fantastico. Il creatore della Terra-di-Mezzo si era impegnato nel definire i più piccoli dettagli del suo universo alternativo, arrivando persino ad inventarsi (in qualità di esperto linguista e glottoteta) i linguaggi dei popoli da lui descritti. Come sottolineato da alcuni critici, la Terra-di-Mezzo può essere paragonata ad una sorta di fanta-Europa alternativa, intimamente connessa al vissuto del suo creatore. L'attenzione verso i dettagli sembra però sfumare nel caso degli animali immaginari, le cui descrizioni sono spesso molto generiche, forse volutamente. In una lettera del 1958, fu chiesto allo scrittore di precisare la natura della cavalcatura alata dei Nazgûl, azzardando un parallelo con i rettili volanti:

"Pterodactyl. Yes & no. I did not intend the steed of the Witch-King to be what is now called a 'pterodactyl', and often is drawn (with rather less shadowy evidence than lies behind many monsters of the new & fascinating semi-scientific mythology of the 'Prehistoric'). But obviously, it is pterodactylic and owes much to the new mythology, and it's description even provides a sort of way in which it could be a last survivor of older geological eras." ("The Letters of JRR Tolkien", lecter 211, 1958)

Alcuni tra i più imponenti ornitodiri alati (uccelli e pterosauri) ci sono noti solo attraverso resti frammentari (illustrazione: Gregory Paul)

Pteranodon (1905) - Alice Woodward (1862-1951)

Certe libertà immaginifiche concesse dalle opere letterarie difficilmente potevano essere preservate a livello cinematografico. Le trilogie fantasy di Peter Jackson ci propongono un intero mondo artificiale, tanto "ben orchestrato" da apparirci tangibile, o meglio, osservabile. A livello visivo, il realismo di effetti speciali digitali e tradizionali invita a credere all'impossibile, almeno per la durata del film. Creare un essere digitale significa  concepirlo in modo completo: anatomia, movimento, etologia, simbologia etc. Non è semplice convincere lo spettatore della credibilità di una creatura immaginaria.  A livello biomeccanico, un massiccio drago alato risulterebbe impossibile, ma questo non sembra rilevante. Ciò che importa è che l'effetto speciale sia "magico", ovvero capace di illudere i nostri sensi. In molti casi, questa illusione è possibile solo grazie ad una sana dose di realismo. Per la creazione dei bestiari, il team creativo si è parzialmente ispirato a specie reali, tra animali viventi ed estinti. Nel caso di "Lo Hobbit", figura per alcuni istanti quello che si direbbe un megalocero (un antico cervo gigante), o una creatura del tutto simile.

Il megalocero del Crystal Palace (~1854), scolpito da Benjamin Waterhouse Hawkins.

I riferimenti alla megafauna cenozoica sono presenti anche nella prima cine-trilogia. Gli olifanti e le "grandi bestie" della versione cinematografica (nei romanzi le due creature potrebbero coincidere), pur conservando un aspetto "naturalistico" e "preistorico", si presentano come bestie composite, chimere, dalle proporzioni incredibili. Gli olifanti potrebbero ricordare un insieme confuso di elefantidi estinti (es. Stegotetrabelodon, Mammuthus columbi etc.), ma si distinguono tanto dalla versione tolkieniana, quanto dai reali proboscidati per le dimensioni assolutamente colossali, impossibili. Impossibili, ma credibili all'occhio (o all'orecchio) dello spettatore. Le "grandi bestie" somigliano a rinoceronti extra-large (quali Elasmotherium), o a brontoteri (es. Embolotherium, Protitanops etc.), un tipo di mammiferi giganti dalle origini molto più antiche. Personalmente, non credo sia necessario dilungarsi oltre; parte di queste somiglianze è di origine del tutto involontaria, pur attenendosi a quello che lo spettatore riconosce come "preistorico". Per dirla con Tolkien, è un problema "pteridattilico", niente di più.

Howard Shore - "The Last March Of The Ents"

Osservatore nell'acqua: una serie di studi preparatori (eseguiti da Daniel Falconer), in cui ne viene proposto un aspetto più "primordiale" (il design generale è qui ispirato ad ammoniti e trilobiti)

Warg-  "At the beginning Peter Jackson used a few words that were helpful to us - it was a guide to what he was looking for - he liked the idea of the Wargs being almost reptilian but prehistoric as well. The direction that the main sketch was going in was definitely more doglike. Then it started drifting more toward a prehistoric doglike creature, only with weird bends and stretches." Non è importante rintracciare dei riferimenti precisi  per il design qui proposto: ha un aspetto grottesco ed originale. Nel caso di "Lo Hobbit" è stato sostituito da una seconda versione più "canina", non molto convincente. A quanto pare, iene e megistoteri non sono abbastanza tipici della mitologia nordica (di questi tempi)...
"Great Beast" di Gorgoroth.
Mùmak - "Obviously, these are of an elephant type, but Peter didn't want to just make them an elephant or a mammoth or something that we knew. They were of the same family, but grown to a ridiculous scale - much, much bigger."
"La grande ombra scese come una nuvola cadente. E, meraviglia! Era una creatura alata: se uccello, assai più grande di qualunque altro uccello, e stranamente nudo, sprovvisto di penne e piume, e le sue immense ali parevano pelle tesa tra grinfie di corno; emanava un fetore mortale. Era forse una creatura di un mondo scomparso, la cui razza, sopravvissuta in montagne nascoste e fredde sotto la Luna, non si era ancora estinta, covando questi ultimi arcaici esemplari, creati per la malvagità." (tratto dal romanzo)

Nelle filosofia di Tolkien è fondamentale il concetto di sub-creazione, ovvero l'opera creativa dell'artista che, attingendo dal mondo reale, ricrea una dimensione fittizia, un nuovo universo. Per essere credibile, questo universo secondario deve presentare una propria armonia e coerenza, a suo modo "naturalistica". Ciò è vero tanto per il mondo di Arda, quanto per qualsiasi altra realtà secondaria. Il principio non cambia, anche ricostruendo la Preistoria: miliardi di tonnellate di pietra vanno convertiti in miliardi di anni di vita, in un circolo continuo tra realtà naturale ed illusione fantastica. Conoscenza ed immaginazione sono elementi ugualmente necessari, nel processo creativo; da questo punto di vista, le terre di mezzo tra Mumak e Mammut non sono incolmabili, se a guidarne la creazione sono studio anatomico e suggestioni soggettive. Non a caso, molti celebri "creature designer" (quali Terryl Whitlatch, Wayne Barlowe o Greg Broadmore) sono anche abili illustratori paleontologici.

Concludo il post, con un lieve cambio di rotta.
Il livello di realismo attualmente raggiunto dalla CGI è impressionante. Se nel caso dei mostri fantastici l'imperfezione è concessa o persino ricercata, con gli animali virtuali non esistono alternative: o sembrano finti, o sono veri. Non credo di aver mai visto un animale CGI realmente indistinguibile da quello reale; se non è l'aspetto, è il movimento a tradirne la credibilità. Comunque, in futuro, le cose potrebbero andare diversamente... Il confine tra "animale" e "mostro" rimane invece sfumato, vivendo di una propria dimensione psicologica. Una creatura fantastica gode del suo status di inesistenza; non è reale, né mortale, né definibile. Per certi versi, non si presta molto bene a Grande e Piccolo Schermo.


Una delle principali differenze tra l'animale ed il mostro: la mortalità (senza vendette, né ritorni)

Tra draghi e vermi primordiali


Oltre a Saurionops (Cau, Dalla Vecchia & Fabbri, 2012), esistono numerosi altri taxa (fossili e non) ispirati all'immaginario tolkieniano. Ne riporto un elenco (creato da Mark Isaak / ri-pubblicato sul blog "Geomythologica", di Leonardo Ambasciano - entrambe le fonti web non sono attualmente reperibili):

- Leucothoe tolkieni G. Vinogradov, 1990 (amphipod) Named after J.R.R. Tolkien. [Vinogradov, G. M. 1990. Trudy instituta okeanologii AN SSSR (Transactions of the Inst. of Oceanology of the USSR Academy of Science) 124: 27-104 (in Russian).]
- Aletodon mellon (Van Valen, 1978) (Paleocene mammal) "mellon," Elvish for "friend," was the password into Moria.
- Ancalagon Conway Morris, 1977 (Cambrian priapulid) From a dragon from Tolkien.
- Ankalagon Van Valen, 1980 (Paleocene mesonychid mammal) Renamed from Ancalagon because it was preoccupied.
- Anisonchus eowynae Van Valen, 1978 (Paleocene mammal, synonym of A. athelas Van Valen 1978) for Éowyn, Princess of Rohan. "Athelas" was a Middle Earth healing plant.
Beorn Cooper, 1964 (fossil tartigrade) Named after the character Beorn from The Hobbit.
- Bomburia Van Valen, 1978 (Paleocene mammal) for Bombur.
- Bubogonia bombadili and Protoselene bombadili (Van Valen, 1978) (Paleocene mammals) after Tom Bombadil.
- Claenodon mumak (Van Valen, 1978) (Paleocene mammal) after Mûmak, the Middle Earth elephant
- Deltatherium durini Van Valen, 1978 (Paleocene mammal) Several notable Dwarves were named Durin.
- Earendil Van Valen, 1978 (Paleocene mammal, synonym of Mimatuta Van Valen, 1978) for Eärendil, father of Elrond.
- Elachista amrodella, E. aredhella, E. caranthirella, E. curufinella, E. daeronella, E. diorella, E. finarfinella, E. gildorella, E. indisella, E. maglorella, E. miriella, E. turgonella (Kaila 1999) (moths) Named after elves from Tolkien, respectively: Amrod (Amras' twin), Aredhel (The White Lady of Gondolin), Caranthir, Curufin, Daeron (Chief loremaster of Doriath), Dior (King of Doriath), Finarfin (Noldor King in Aman), Gildor Inglorion (High-Elf of Eriador & Imladris), Indis, Maglor, Miriel, Turgon (Lord of Nevrast, then Gondolin). Kaila mentions that Elves "one after other sailed over the water to the West, and were later difficult to see with human eyes," alluding to the studied moths, which are very inconspicuous and have spread to Nearctic areas. [Acta Zool. Fennica 211]
- Fimbrethil ambaronae Van Valen, 1978 (Paleocene mammal, synonym of Oxyacodon agapetillus (Cope 1884)) Fimbrethil was an Ent-maiden; Ambaróna was a name for the Ents' forest.
- Frodospira Wagner 1999 (Silurian gastropod) A small genus named after a certain hobbit. [Am. Malacological Bull. 15:1-31]
- Galaxias gollumoides (fresh-water fish) Named after Gollum because it has large eyes and was found in a swamp.
- Gollum Compagno, 1973 (catshark)
- Gollumjapyx smeagol (dipluran hexapod)
- Gwaihiria Nauman (diapriid wasp) Named for Gwaihir, Lord of the Eagles.
- Litaletes ondolinde Van Valen, 1978 (Paleocene mammal) for Ondolindë, an Elven city.
- Macrostyphlus frodo Morrone, 1994 (Andean weevil)
- Macrostyphlus gandalf Morrone, 1994 (Andean weevil) [This and M. frodo are from American Museum Novitates 3104: 1-63.]
- Mimotricentes mirielae Van Valen, 1978 (Paleocene mammal, synonym of Loxolophus hyattianus (Cope, 1885)) after Míriel, an Elf.
- Mimatuta morgoth Van Valen, 1978 (Paleocene mammal) for the "dark enemy of the world."
- Mimatuta minuial Van Valen, 1978 (Paleocene mammal) "minuial" is Elvish for dawn's twilight.
- Mithrandir Van Valen, 1978 (Paleocene mammal) one of the names of the wizard Gandalf.
- Niphredil radagasti Van Valen, 1978 (Paleocene mammal, now in genus Paleotomus) Niphredil is a small Middle Earth flower. Radagast the Brown was a wizard.
- Osteoborus orc Webb, 1969 (Pliocene canid)
- Oxyprimus galadrielae Van Valen, 1978 (arctocyonid Paleocene mammal) for elf Lady Galadriel.
- Pericompsus bilbo Erwin (carabid) for the title character of The Hobbit. So called because "it was short, fat, and had hairy feet."
- Platymastus palantir Van Valen, 1978 (Paleocene mammal) The palantír was a magical viewing stone.
- Protungulatum gorgun Van Valen, 1978 (Paleocene mammal) "gorgûn" is a term for Orcs.
- Smeagol Climo, 1980 (gastropod, family Smeagolidae) Another name for Gollum.
- Smeagolia Hedqvist, 1973 (pteromalid wasp)
- Syconycteris hobbit (moss-forest blossom bat)
- Thangorodrim thalion Van Valen (Paleocene mammal, synonym of Oxyclaenus Cope 1884) - Thangorodrim are the three tallest towers of Endor; Thalion is a character from Tolkien's Silmarillion.
- Tinuviel Van Valen (Paleocene mammal) for a most beautiful elf. The name is Elvish for nightingale.

Ancalagon Conway Morris, 1977 - Un invertebrato dall'aspetto vermiforme, antico di 505 milioni di anni. Non esattamente un drago. (fonte)

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