mercoledì 4 luglio 2012

I bestiari di David Peters

Tra i cultori dell'illustrazione paleontologica, in molti hanno qualche familiarità con il lavoro di David Peters, e in particolare con certe sue speculazioni, in fatto di pterosauri e rettili fossili. Marchiato come pseudoscienziato pazzo, difensore di "Peterosauria", la sua credibilità è stata messa in forte dubbio, con gravi ripercussioni sulla sua intera produzione paleoartistica. Il tema è già stato discusso ampiamente da altri blogger, più competenti (Darren Naish 03/07/2012, Nima Sassani 14/0572011, Mickey Mortimer 04/06/2012, Brian Switek 03/07/2012, Mark Witton 04/07/2012; in italiano, Andrea Cau 03/07/2012), quindi mi limiterò ad alcuni punti d'interesse personale.

David Peters, 1989 / Stomatosuchus (vedi "A Gallery of Dinosaurs & Other Early Reptiles")

David ha recentemente dato vita ad un colossale database dedicato ai tetrapodi, "Reptile Evolution", una miscela di immagini utili o completamente fuorvianti, presentate tra termini tecnici e misconcezioni di fondo. Molti dei contenuti del sito sfidano i moderni raggiungimenti nel settore, senza proporvi alternative razionali. "Affermazioni incredibili, richiedono evidenze incredibili", come ricordava Carl Sagan, in opposizione alle suggestioni delle pseudoscienze. Il confine tra scienza, proto-scienza (come viene considerata la memetica) e pseudo-scienza (Voyager: la più grande scoperta dell'umanità, scientificamente ignorata o oggettivamente ignorante?) è piuttosto marcato, a prescindere dalla natura degli scenari. Il problema non è nei santi risorti o negli alieni rettiloidi, sta tutto nella differenza di metodo e nella sua diversa oggettività. Cosa c'entra tutto questo con Peters? Qualche legame esiste: difende a spada tratta qualcosa che vede solo lui, e se vuole convincere qualcuno della sostenibilità di ciò che afferma gli serviranno metodi credibili ed evidenze incredibili, che qui mancano (il lungo post di Darren Naish ne offre una valida sintesi).  

David Peters - MPUM 6009 (l'originale è conservato presso il Museo di Storia Naturale di Milano, per chi fosse interessato ad osservarlo dal vivo -non si promettono creste o esperienze metafisiche)
Cristodactylus cristatus! Se nessuno riesce a vedere (come semplice esempio) creste o cristi risorti, l'autore dovrebbe porsi qualche interrogativo metodologico, se sceglie di condividere i suoi risultati (in modo oggettivo e comprensibile). O almeno si spera.


Alternativo,  speculativo, fantasy?

David Peters potrebbe semplicemente scegliere di fare un passo "eretico", cercando di capire se può esistere un'alternativa, magari meno alternativa, a ciò che propone. Farlo a piccoli passi, in modo meno controverso. Il passato paleoartistico di Peters non può essere considerato monolitico e inflessibile, fortunatamente (vedi: "Il ritorno di David Peters" 21/05/2011). Le sue ricostruzioni sono cambiate nel corso degli anni, come per ogni altro paleoillustratore: raffigurava dromeosauridi pennuti, quando ancora erano considerati ipotetici, in seguito misteriosamente spennati (nello stesso anno, il 1996, fu annunciata la scoperta del primo non aviano piumato). Che aspetto avevano? Quanto è realmente noto, per mezzo dei fossili? Fin dove posso spingermi, a livello speculativo? Sono interrogativi poco importanti ma, per chi ricostruisce queste specie, possono fare la differenza tra autorevolezza e mediocrità.

David Peters (?anni '80)

Non trovo vi sia nulla di ridicolo o sbagliato nella scelta di proporre qualcosa di speculativo o anti-convenzionale, entro alcuni limiti di plausibilità. Spesso le ricostruzioni dei paleoillustratori si trasformano da modelli ideali, opera di individui, a modelli naturali, e in questo modo si diffondono eserciti di imitazioni, uguali persino nelle sfumature di colore. Un conformismo che, a differenza di quello scientifico, non giudico particolarmente motivato. Decidere, ad esempio, di ricostruire un pachicefalosauro interamente squamoso o (almeno parzialmente) piumato dipende dalla scelta di ipotesi alternative, ugualmente plausibili, al momento. L'aspetto speculativo, non più solo ipotetico, riguarda scelte più specifiche, e meno verificabili: l'estensione dell'eventuale piumaggio, ad esempio. Volendo ricercare qualcosa di più speculativo, ma ancora lontanamente plausibile, si potrebbe immaginare un esteso rivestimento corneo, un pachicefalosauro unicorno! Un ultimo grado di speculazione, ancora più spinto, potrebbe ammettere la presenza di un'alta cresta di pelle lungo il dorso, simile a quella di alcune moderne lucertole. Nessuno di noi, spero, sarebbe disposto a concedere ad un pachicefalosauro la capacità di sputare fuoco: qui la preistoria saluta la scienza, la fantascienza e si dà al fantasy più sfrenato. Secondo i creazionisti, Parasaurolophus fu un drago sputafuoco, per chi si fosse stancato dei soliti conformismi scientifici... Le creste, le creste!

Pachycephalosaurus, da sinistra verso destra: Geomodel/"Dinosauri in Carne e Ossa", ?Julius Csotonyi, "BBC's Primeval" (modificato)

Questo discorso riguarda solo marginalmente l'opera di Peters. Solo una parte delle sue più recenti ricostruzioni è da considerarsi aberrante, e quest'ultime non vengono proposte come speculazioni paleoartistiche. In "A Field Guide To Dinosaurs" (di Luis Rey & Henry Gee), Scipionyx samniticus viene presentato come una specie che si riproduce per partenogenesi. Assurdo, no? Qui, però, si tratta di speculazione dichiarata, volta all'intrattinamento (si presenta come una sorta di guida safari). Negli ultimi anni (Bennett, 2002/ Frey et al, 2003), si è scoperto che alcuni pterosauri (es. Pterodactylus) erano dotati di creste di origine dermica, e sacche golari, la cui presenza e forma era prima ignota. Non che ciò rappresenti una prova dell'esistenza dei Peterosauri... L'utilizzo di tecniche di fotografia in luce U-V si è rivelato ampiamente utile, in paleontologia, a differenza della metodologia fotointerpretativa di Peters.

Rivoluzione?

"Reptile Evolution", a differenza di molti altri siti a tema, include ricostruzioni scheletriche di specie dalla scarsa popolarità, raramente raffigurate. Alcune ricostruzioni sono moderate e accattivanti, altre lasciano decisamente scettici. In diversi casi, si hanno "restauri" fedeli a quelli delle descrizioni scientifiche, dai quali differiscono solo per postura o per dettagli "minimi", deformati in modo da rispecchiare la sballata filogenesi proposta (si veda, ad esempio, Ticinosuchus / Krebs 1963). Le immagini hanno invaso i motori di ricerca, e per molti visitatori si rivelerà difficile discriminare l'autorevolezza di certe interpretazioni. E' un vero peccato: Peters avrebbe la possibilità di creare un database divulgativo dei tetrapodi fossili, completo e aggiornato, capace di dare dignità estetica e visibilità a generi fossili misconosciuti.

Anche nei suoi primi libri illustrati, innovativi (nel loro contesto) ma moderati (rispetto all'attuale bestiario di "Reptile Evolution"), comparivano specie poco conosciute. Ad esempio, Stomatosuchus, Dakosaurus e Baurusuchus erano ignoti alla letteratura divulgativa, fino al 1989.

David Peters, 1989 / Deinosuchus, Stomatosuchus, Dakosaurus, Baurusuchus (vedi "A Gallery of Dinosaurs & Other Early Reptiles")

La visione scientifica dell'evoluzione viene già abbondantemente fraintesa e manipolata, e i creazionisti continuano a sparare scempiaggini da manicomio. Non serve una "eresia" dei dinosauri, e nemmeno degli pterosauri o dei rettili; non nello stile di Bakker (per approfondimenti: Geomythologica). Un dibattito unificato (non necessariamente uniforme), per una visione globale, sarebbe ben più rivoluzionario. E la paleoillustrazione, per comunicare questa visione del mondo, così complessa e (singolarmente) ingestibile, necessita di chi ha capacità artistiche e curiosità per la storia naturale. Un ponte tra creatività e conformismo scientifico, senza martiri, santi ed eretici.

Dietro la cosidetta "Dinosaur Renaissance" si nasconde un gioco pari di creatività e conformismo scientifico, un fenomeno tanto esteso da rendere secondarie le "eresie bakkeriane" e le belle illustrazioni. Se questo tipo di conformismo coincidesse con un'accettazione assoluta della visione preesistente, non noteremmo cambiamenti significativi...
Nemo Ramjet (M. Kosemen) / Therizinosaurus
Tuomas Koivurinne, 2010

3 commenti:

Tempi Profondi ha detto...

Bel post Fabio!
Ecco l'ultima fatica di DP: http://davidpetersstudio.com/dontspankhank.swf

Fabio Manucci ha detto...

Grazie ;)

www.reptileevolution.com ha detto...

Fabio, I thank you for popularizing my website, but I encourage you to be specific in your criticisms as I am often making repairs to the data and illustrations. Otherwise it would be sad to see that you are following the propaganda of Darren Naish and others who are not critical of the current web presentation, but are critical of images and ideas that were long ago discarded and are not a part of the website.

Dave Peters